Accademia
Adriatica Internazionale della Vela
International Sailing Academy of the Adriatic |
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Carlo SCIARRELLI, incontro
con un grande progettista di
Maurizio ANSELMI Il
10 dicembre a Trieste presso la facoltà di Ingegneria
Navale si è tenuto un incontro con Carlo Sciarrelli, organizzato
dall'Accademia Adriatica Internazionale della Vela
di Duino e dalla ATENA (Associazione Italiana di Tecnica Navale),
sezione di Trieste. Sciarrelli ha 71 anni, una carica umana ed una capacità di andare diritto alle cose propria dei vecchi geni (in senso buono). E' abituato a ``vendere'' il proprio prodotto intellettuale ben sapendo che la capacità tecnica è importante solo in parte, mentre conta moltissimo l'idea e come si propone l'immagine di se stessi : ``... ci sono due modi di convincere un cliente: uno e andare a mangiare e ubriacarsi con lui, l'altro e andare a letto con la moglie. Io ho sempre seguito il primo metodo e purtroppo il mio fisico ne ha risentito pesantemente....'' La mancanza di dubbi e la sua lucidità gli derivano da una grande conoscenza e dallo studio profondo della letteratura nautica, a partire dai primordi. E' un autodidatta, possiede 800 libri sul tema nautico grazie ai quali ha concepito il suo modo di progettare `` ...e li ho letti...'' si vanta, dando per scontato che cosi generalmente non succede. Sciarrelli ha un percorso di studio personale. Dopo aver frequentato un istituto tecnico ha sviluppato i suoi interessi nel campo della progettazione cominciando a leggere avidamente qualsiasi cosa riguardasse le barche. I testi da lui studiati e che possiede risalgono a partire dall'800. I concetti, dice, sono sempre quelli e non c'e niente di nuovo. Il progetto per Sciarrelli è "idea", non puo essere solo tecnica, non servono infinite conoscenze, potentissimi computer. Serve piuttosto un'idea, un'immagine costruita nella mente. Racconta divertito: ``Mi arrivano continuamente curriculum di questi brillanti giovani progettisti, che vantano esperienze da brivido, conoscono le lingue, il computer, hanno viaggiato e lavorato in mezzo mondo. Potrei rilegarci un libro. Non li leggo neppure''. Il suo successo è accompagnato da una fortuna critica che è particolarmente sviluppata in determinate aree. ``Per un periodo ho costruito molto in una determinata regione geografica italiana, godevo di credito e di fiducia. Ad un certo punto la situazione è cambiata, ho dovuto spostarmi perche non mi credevano piu. La mia fortuna è andata da un'altra parte, si è spostata ed io ho dovuto seguirla. Il processo è casuale, i meccanismi non mi sono ancora noti. É una questione di amicizie, di collegamenti, simpatie. A Trieste, mia città, ho costruito meno che altrove e di piu adesso che sono vecchio.'' Non ammette mezze misure (si puo permettere di non ammetterle dopo una vita di successi), dileggia chi chiama le BARCHE i "monoscafi" per distinguerle dai multiscafi (BARCHE in maiuscolo perche questo e il significato che Sciarrelli dà al termine). Dice ``Oggi le barche le chiamano MONOSCAFI `` (immaginatevi l'espressione di schifo). `` I miei progetti più riusciti, quelli che non ho piu cambiato, li ho fatti da giovane, senza paura e senza il patema di dover soddisfare a tutti i costi qualcuno. Oggi non è piu cosi. Il cliente viene da me e mi affida i suoi soldi, non posso deluderlo, non ci devono essere imprevisti o sperimentazioni a spese del cliente. Non escono più idee innovative e geniali, solo idee prudenti.''. Chi è progettista può capire quanto è importante questo concetto e, in effetti, quanta importanza abbia nel processo ideativo la libertà di pensare e farsi ``avvolgere'' da un'idea nostra che ci nasce da dentro. Solo così possiamo esprimere noi stessi e concentrarci sui concetti e non sul risultato che vogliamo ottenere. Sciarrelli ha dato un'immagine molto bella di come pensa il progetto: `` io sono l'acqua e vedo la barca arrivare (notate che viene sempre chiamata barca), la sento, la prua mi sposta e mi divide. L'acqua come si è aperta deve richiudersi, il processo deve essere armonioso, la poppa deve accompagnare il movimento non impedirlo ed interrompersi di colpo. Ci deve essere una relazione fra prua, poppa e la posizione e forma della chiglia, altrimenti le turbolenze vanificano il corretto rapporto con l'acqua '' Ha accompagnato questa affermazione con diapositive di una Barcolana con bora forte nel lato di bolina fra Miramare e Barcola, ove si vedeva una barca progettata da lui sbandata e ruotata su un asse longitudinale orizzontale, ma non appruata. Nella foto dopo, una barca ``moderna'' a poppa larga, con la prua quasi sommersa dall'acqua. Avrete gia capito qual'è la forma ideale di barca per Sciarrelli (e quale non lo è). In effetti all'ultima barcolana, con 20-30 nodi in boa, eravamo affiancati Isabella (15 mt Sciarrelli) e il mio Delta 100 di 10 mt. Posizione in classifica - a quel momento - attorno al 200. In bolina noi ci siamo piantati perché troppo invelati ed abbiamo perso piu di cento posizioni (arrivati 340). Isabella invece ha mantenuto la posizione e si è piazzata 200. Ovviamente il computer per Sciarrelli è uno sconosciuto. Ci ha fatto vedere tre disegni rigorosamente a mano della sua ultima creazione. Sono girati per i tavoli e alla fine quando li ha ripresi li ha contati per verificare che gli fossero restituiti tutti ''..erano tre...''. Ha costruito piu di quattrocento barche, le contrassegna con un suo codice in base alla qualità ed alla riuscita del progetto: quelle con l'asterisco sono le migliori, qualche decina in tutto. Maurizio ANSELMI |